Ravenna per Dante. E Muti lo porta in Armenia

Presentata l’edizione 2021 del festival dedicata al Poeta Classica, pop, danza e prosa rileggono la Commedia Purgatorio di Mansuriam a Erevan per Le vie dell’amicizia

Non poteva non essere così. Non poteva non essere Dedicato a Dante il Ravennafestival 2021, omaggio della città dove il Sommo Poeta riposa per i sette secoli dalla morte dell’autore della Divina Commedia. Rassegna, quella ideata nel 1990 da Cristina Mazzavillani e oggi guidata dai direttori artistici Angelo Nicastro e Franco Masotti, arrivata all’edizione numero trentadue  che si apre il 2 giugno e prosegue sino al 31 luglio. Settanta spettacoli per 121 alzate di sipario (si dice così, anche se molti palcoscenici saranno sotto le stelle) in 65 giorni di spettacolo, 18 luoghi coinvolti che vedranno, sulle diverse ribalte, 1200 artisti.

Si parte il 2 giugno nella basilica di San Vitale con la prima assoluta dell’opera da camera Teodora di Mauro Montalbetti su libretto e drammaturgia di Barbara Roganti, dedicata  all’imperatrice ritratta proprio in un mosaico in San Vitale. Ma il varo del festival sarà già domenica 9 maggio con un’anteprima che vedrà il ritorno in città per l’undicesima volta dei Wiener philharmoniker «che per la prima volta in questo 2021 suonano di fronte al pubblico» dice Riccardo Muti che guiderà l’orchestra viennese in una tournée italiana (il 10 al Maggio fiorentino, l’11 al Teatro alla Scala di Milano) che a Ravenna raddoppia: due i concerti in programma al Teatro Alighieri per far fronte ai pochi posti imposti dalle regole di distanziamento: entrambi gli appuntamenti si apriranno con l’ouverture Meeresstille und glückliche Fahrt di Mendelssohn, alle 17 risuonerà la Quarta sinfonia di Schumann mentre alle 20 si ascolterà la Seconda di Brahms.

«La figura di Dante ha suggerito di commissionare lavori a importanti a compositori contemporanei che hanno scritto sulle tre cantiche della Commedia. Io dirigo in prima assoluta Purgatorio del compositore armeno Tigran Mansurian, tra gli autori più rappresentativi dell’attuale mondo musicale» spiega Riccardo Muti che dirigerà Purgatorio il 4 luglio a Erevan, in Armenia, dove farà tappa il venticinquesimo viaggio de Le vie dell’amicizia. «Da sempre questi ponti di fratellanza in musica hanno un significato sociale, politico e morale enorme. Torniamo a Erevan, in Armenia, dove siamo stati anni fa e lo facciamo  in un momento politicamente delicato. Ma io non entro in sottolineature politiche e polemiche perché artista porta la sua voce con la musica e la bellezza. Anche a Erevan, come abbiamo fatto in questi venticinque anni, porteremo l’amicizia, la solidarietà verso nazioni e paesi che hanno bisogno di dimostrazioni di solidarietà da parte di altri paesi» spiega ancora il maestro Muti. Purgatorio di Mansurian anche sul leggio del Concerto dantesco che il 12 settembre a Ravenna, il 13 a Firenze e il 15 a Verona (le città del Poeta) chiuderà le celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante: Muti sul podio dell’orchestra Cherubini e del coro del Maggio musicale per le Laudi alla Vergine Maria, scritte da Giuseppe Versi sui versi che aprono il canto XXXIII del Paradiso e per la Dante symphonie di Franz Liszt.

Dante, dunque, al centro dell’edizione 2021 del festival che avrà come palcoscenici l’Alighieri e la Rocca Brancaleone (teatro di tutto il festival 2020, il primo a riportare in Italia la musica dal vivo dopo il primo lockdown), ma anche Cervia, Lugo, Russi e Milano Marittima insieme alle ravennati a partire da quella di San Francesco dove vennero celebrate le esequie dell’Alighieri e vicino alla quale c’è la toma del Poeta. A lui si ispirano compositori, coreografi e drammaturghi chiamati dal Ravennafestival a realizzare nuove produzioni e commissioni ad hoc. Dopo la Teodora di Montalbetti protagonista subito la danza con Alessandra Ferri che celebra i suoi quarant’anni di carriera nei panni di Winnie, la protagonista de L’heure exquise realizzato da Maurice Béjart nel 1998 ispirandosi ai Giorni felici di Samuel Beckett: a riprendere la coreografia Micha van Hoecke che ballò alla prima con Carla Fracci, accanto alla Ferri, nella coproduzione con il Royal ballet di Londra, Carsten Jung dell’Hamburg Ballet.

In San Francesco risuonerà la musica dei tempi di Dante o ispirata alla sua poesia con gli ensemble Odhecaton, La Fonte Musica e Micrologus e qui si celebreranno i Vespri in musica che, per quest’anno, lasciano San Vitale. Alla Rocca Sei studi sull’Inferno di Dante di Giovanni Sollima con la Cherubini diretta da Kristjan Järvi, il coro della Cattedrale di Siena e il controtenore Raffaele Pe. In Sant’Apollinare in Classe il Paradiso di Valentin Silvestrov. Dante anche in prosa. Verso Paradiso è la tappa di avvicinamento alla conclusione del trittico teatrale sulla Commedia di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari. Chiara Guidi della Societas Raffaello Sanzio propone Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante, mentre Lumina in tenebris nasce dalla collaborazione tra Chiara Muti ed Elena Bucci. Dante al cinema con la proiezione del film muto Inferno del 1911, sonorizzato live da Edison Studio in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Per l’arte Flavio Caroli racconterà I dipinti che hanno sconvolto il mondo dopo l’età di Dante e di Giotto.

Muti tornerà con la Cherubini il 16 luglio, lasciando poi il podio dell’orchestra giovanile a Leonidas Kavakos. In cartellone poi l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone per Mendelssohn e Schumann, Charles Dutoit e la Slovenian philharmonic orchestra. Il festival celebra Igor Stravinskij a cinquant’anni dalla morte con Roberto De Simone che rilegge Les noces ovvero Lo ‘Ngaudio, eseguito dall’ensemble Ars Ludi diretto da Marcello Panni, ma anche con la serata di danza Stravinsky’s Love dove assoli e passi a due saranno accompagnati dal pianoforte di Beatrice Rana e dal violino di Andrea Obiso. Per i 1600 anni di Venezia in programma La Pala d’oro di San Marco della Cappella Marciana, di Astor Piazzolla, nato cento anni fa, si ascolterà a Luogo Maria de Buenos Aires. Solisti classici e pop, Daniil Trifonov per Prokof’ev, Debussy e Brahms, ma anche Vinicio Capossela, Piero Pelù, Elio, Neri Marcorè e gli omaggi a Lucio Dalla ed Enzo Jannacci.

Cartellone ricchissimo, già consultabile qui sul sito di Ravennafestival, che, come sempre avrà un’appendice nella Trilogia d’autunno: La Danza, La Musica, La Parola è il progetto di Cristina Mazzavillani Muti che parte con Metànoia (ideato e interpretato dal danzatore Sergei Polunin, prosegue con Faust rapsodia che unisce la musica di Schumann ai versi di Goethe con Luca Micheletti e approda ad Elio Germano per Paradiso XXXIII. Un cerchio che di chiude, naturalmente con Dante.

Nella foto @Silvia Lelli l’inaugurazione del Ravennafestival 2020