Dieci dischi di lirica da regalare a Natale

Musica sotto l’albero. Ogni anno può essere una buona idea. Perché escono di continuo nuove pubblicazioni – cd, dvd, ma anche i vecchi vinili – anche se la musica liquida prende sempre più piede, lasciando al palo il disco. Ma anche perché la musica è sempre una buona idea, una buona compagnia. Da ascoltare in silenzio, da tenere in “sottofondo” durante la giornata. Da mettere durante un viaggio in auto o in cuffia mentre si fa sport. Musica. Classica e lirica. Per tutti i gusti. Da ascoltare e riascoltare, nelle diverse interpretazioni degli artisti che si confrontano di continuo con i grandi capolavori del passato e del nostro tempo.

Ed ecco, come ogni anno, avvicinandosi il Natale, dieci dischi che sono poi dieci titoli, non solo dischi, perché i supporti sono i più diversi: il vecchio vinile che torna di moda, il cd, ma anche dvd e blu-ray e poi la musica liquida da scaricare e condividere sui vari supporti tecnologici che ormai ci accompagnano ovunque. Un’idea, quella di regalare musica per Natale, che tiene insieme qualità e prezzo. Iniziamo con dieci dischi, dieci titoli per i melomani, per gli appassionati (ma anche per chi vuole avvicinarsi a questo mondo) di lirica.

1. La Favorite di Gaetano Donizetti. Orchestra e Coro Donizetti Opera, Coro dell’Accademia del Teatro alla Scala. Direttore Riccardo Frizza. Con Annalisa Stroppa, Javier Camarena, Florian Sempey, Evgeny Stavinsky. Regia di Valentina Carrasco. Dynamic

Versione francese, versione grand opera, la prima da cui poi scaturirà la versione italiana, di una delle opere più rimaneggiate da Gaetano Donizetti, La Favorita che, nella versione francese, diventa La Favorite. Debutto nel 1840, scritta a partire da un altro melodramma che, però, non ebbe fortuna, L’ange de Nisida. Titolo di punta, La Favorite, dell’edizione 2022 del Donizetti Opera festival di Bergamo, rassegna che la città dedica al compositore di casa. Edizione critica di Rebecca Harris-Warrick sul leggio di Riccardo Frizza, direttore musicale del festival. Regia all’apparenza tradizionale di Valentina Carrasco che, però, si interroga su che fine hanno fatto le “favorite” del re. Così la vicenda si colloca in una sorta di ospizio dove le vecchie favorite sono ricoverate… A loro Valentina Carrasco affida le danze (imprescindibili nel grand opera) che diventano una sorta di teatro danza (alla Pina Bausch) coreografato da Massimiliano Volpini. Protagonista nei panni di Leonore (la Favorite del titolo) Annalisa Stroppa, in scena insieme a un ottimo cast dove Javier Camarena è Fernand (innamorato di Leonore che quando scopre che la donna è la “favorita” del re molla tutto e va in comento dove lei lo raggiungerà in punto di morte per farsi perdonare), Florian Sempey è il re Alphonse XI e Evgeny Stavinsky Balthazar. allestimento che ha vinto il Premio Abbiati dell’Associazione nazionale critici italiani come miglior spettacolo.

2. Le philtre di Daniel Auber. Krakόw philharmonic Orchestra and Chorus. Direttore Luciano Acocella. Con Patrick Kabongo, Emmanuel Franco, Eugenio Di Lieto, Luiza Fatyol. Naxos

Uno dei successi indiscussi di Gaetano Donizetti è L’elisir d’amore. Che in realtà è – dicendolo con una definizione che si usa al cinema – un remake, il rifacimento italiano di un’opera francese di Daniel Auber, Le philtre, andato in scena nel 1831 con il libretto di Eugene Scribe. Libretto che Donizetti un anno dopo prende, fa adattare da Felice Romani e mette in musica creando un successo senza tempo, l’Elisir, appunto. L’originale, che al tempo ebbe un enorme successo, è poi sparito dalla circolazione. Lo ha ritirato fuori il festival Rossini in Wilbad che offre sempre opere rare (e non solo rossiniane). Un’opera buffa, con la storia che conosciamo di un magico (quanto fantomatico) elisir (il Philtre del titolo) che fa innamorare le ragazze, replicata per oltre 240 sere. A riproporla oggi, con orchestra e coro Krakόw philharmonic, la bacchetta di Luciano Acocella. Le voci sono quelle del tenore Patrick Kabongo (che è Guillaume, il Nemorino di Donizetti), del baritono Emmanuel Franco (Jolie Coeur, che nella versione italiana diventerà Belcore) , del basso Eugenio Di Lieto (Fontanarose, ovvero il ciarlatano spacciatore del philtre, Dulcamanra) e il soprano Luiza Fatyol (Térézine, che sarà poi Adina).

3. Jonas Kaufmann. The sound of movies. Czech national symphony orchestra and chorus. Direttore Jochen Rieder. Chitarra Miloš Karadaglic. Sony Classical

Remake musicali anche per Jonas Kaufmann, uno dei tenori più popolari di oggi, conosciuto anche da chi non frequenta abitualmente i teatri d’opera. E il cantante tedesco (che parla benissimo italiano) pubblica un album dedicato al cinema, The sound of movies – il titolo richiama uno dei più bei film di sempre, The sound of music con Julie Andrews, conosciuto in Italia conme Tutti insieme appassionatamente. Un viaggio tra le più belle colonne sonore della storia del cinema che Kaufmann: West Side Story, Il gladiatore, Nuovo cinema Paradiso, Tutti insieme appassionatamente, Les Misérables, Mission, Il grande Caruso, Cantando sotto la pioggia, C’era una volta in America, Colazione da Tiffany, Romeo+Giulietta, Good morning Vietnam. Brani come Maria dal musical di Leonard Bernstein, come il Tema d’amore di Nuovo cinema Paradiso, il Tema di Deborah da C’era una volta in America e il Gabriel’s oboe da Mission, capolavori di Ennio Morricone, ma anche il celeberrimo Moon river e il divertente Singin’ in the rain. Ad accompagnarlo Coro e Orchestra sinfonica nazionale ceca diretti da Jochen Rieder, ma anche, in tre brani, dal chitarrista Miloš Karadaglic. Nella track list anche il tema di The Cider House Rules della compositrice premio Oscar Rachel Portman. «Ho viaggiato molto per molti anni, spesso da solo per settimane e mesi in città straniere all’altro capo del mondo. Oltre ai musei, è stato il cinema, quella grande opportunità di intrattenersi quando si è soli, a catturare la mia immaginazione» dice Kaufman.

4. La donna del lago di Gioachino Rossini. Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna. Direttore Michele Mariotti. Con Salome Jicia, Varduhi Abrahamyan, Michael Spyers, Marko Mimica. Regia di Damiano Michieletto. Major Unitel

Trama cinematografica, senza dubbio, per LA donna del lago che Gioachino Rossini scrive ispirandosi a Walter Scott e alle sue storie ambientate in Scozia. La Storia sullo sfondo, in primo piano amore, rinuncia e perdono.  Scott pubblica il suo poema nel 1810, nove anni dopo Rossini manda in scena la sua trasposizione musicale al Teatro San Carlo di Napoli. Ma come tante sue partiture va poi nel dimenticatoio. Viene riscoperta a Firenze, nel 1958, diretta da Tullio Serafin. E ritrova il successo definitivo nel 1981, quando viene proposta in edizione critica dal Rossini opera festival di Pesaro. Da dove arriva questa versione diretta da Michele Mariotti nel 2016, con Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna. Super cast, a iniziare dai due tenori, perché due ne occorrono (come in altre opere di Rossini) che sono Juan Diego Florez nei panni del re Giacomo V e Michael Spyers in quelli di Rodrigo. E poi le donne, Salome Jicia che è la donna del lago del titolo, Elene, e Varduhi Abrahamyan, che ceste però i panni maschili di Malcolm, che alla fine speserà Elena. E come un flash back di Elena e Malcolm ormai anziani è il racconto del regista Damiano Michieletto che fa muovere i personaggi in un palazzo in rovina, invaso da grano e spighe, disegnato da Paolo Fantin.

5. Ariade auf Naxos di Richard Strauss. Orchestra del Maggio musicale fiorentino. Direttore Daniele Gatti. Con Krassimira Stoyanova, AJ Glueckert, Sophie Koch, Jessica Pratt, Markus Werba. Dynamic

Da una donna del lago a una primadonna. Che è quwella che Richard Strauss mette in scena nella sua Ariadne auf Naxos. Una primadonna, così è scritto in locandina, come tante dive del teatro. Perché l’opera del compositore tedesco è un classico racconto di teatro nel teatro, forse il più noto nell’opera lirica, certo il più perfetto. Perché Strauss mette in scena nel prologo le schermaglie di una compagnia che in una villa viennese deve mettere in scena il mito di Arianna (protagonista, naturalmente, la primadonna), ma deve fare i conti con la volontà del padrone di casa di rappresentare la tragedia insieme a un soggetto della commedia dell’arte. Nonostante le proteste, però, Ariadne va in scena. Con gli interventi delle maschere, che entrano a consolare Arianna, abbandonata a Nasso da Teseo, ma salvata da Bacco. Ariadne ha avuto qualche stagione fortunata, in epoca Covid, nei teatri italiani, programmata in molte fondazioni liriche. La migliore, musicalmente, è quella proposta da Daniele Gatti al Teatro della Pergola di Firenze nel cartellone del Maggio musicale fiorentino. Protagonista Krassimira Stoyanova, ormai Ariadne di riferimento. Con lei la bella voce del tenore AJ Glueckert che è Baccus e Jessica Pratt nei panni di Zerbinetta. Nella parte recitata del Maggiordomo, come fa sempre nei teatri che dirige, l’allora sovrintendente del Maggio Alexander Pereira.

6. Diana Damrau. Operette. Wien. Berlin. Paris. Müncher Rundfunkorchester. Direttore Ernst Theis. Erato

Un’altra primadonna. Del canto lirico. È Diana Damrau. Che questa volta, però, si cimenta con l’operetta. Quella della tradizione viennese e berlinese, ma anche quella parigina. Città che il soprano tedesco mette nel titolo del suo album e nelle quali è stata, portando le arie più belle dell’operetta. Un viaggio in settant’anni di storia di questo genere popolare quanto l’opera, amato e frequentato ancora oggi – più in Austria e in Germania, in verità, rispetto all’Italia – nei grandi teatri. Ecco allora pagine di Johann Strauss, Franz Lehár, Emmerich Kálmán, Robert Stolz, Paul Abraham, André Messager, Henri Christiné, Oscar Straus e Francis Lopez affrontate con la Münchner Rundfunkorchester diretta da Ernst Theis. E non mancano i duetti con Jonas Kaufmann. «Per me l’operetta è il genere più ampio del teatro musicale. La sua allegria tocca il cuore e mostra il lato positivo della vita. E per questo sempre esercita la sua magia sul pubblico» racconta la Damrau.

7. L’Angelica di Nicola Porpora. La lira di Orfeo. Direttore Federico Maria Sardelli. Con Ekaterina Bakanova, Teresa Iervolino, Gaia Petrone, Barbara Massaro, Paola Valentina Molinari, Sergio Foresti. Dynamic

Variazione (l’ennesima) sul tema di Orlando. Colto nella sua pazzia d’amore in questa serenata a sei voci e strumenti su testo di Pietro Metastasio. È una rarità L’Angelica di Nicola Porpora, proposta nell’estate del 2021 al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. Alta poesia nelle parole di Metastasio che si ispira ai poemi di Ariosto e di Boiardo. Musica di un autore tra i più popolari della Scuola napoletana, Porpora che ha contribuito a far conoscere in Austria e in Germania l’opera italiana del tempo. Opera andata in scena a Napoli nel 1720, riproposta a Martina Franca (tutto l’allestimento era firmato da Gianluca Falaschi) con La lira di Orfeo diretta da Federico Maria Sardelli, specialista del repertorio antico e barocco, fantasioso nel restituire la musica di Porpora. Insieme ad un cast vocale di specialisti per questa prima registrazione mondiale dell’opera: Ekaterina Bakanova (la protagonista Angelica), Teresa Iervolino (Orlando), Gaia Petrone (Licori), Barbara Massaro (Tirsi), Paola Valentina Molinari (Medoro) e Sergio Foresti (Titiro).

8. Cecilia di Licinio Refice. Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari. Direttore Giuseppe Grazioli. Con Marta Mari, Mickael Spadaccini, Leon Kim. Dymanic

Un’altra storia di un’altra donna. Santa questa volta. Cecilia, ragazza romana nobile convertita al cristianesimo che nel terzo secolo dopo Cristo subì il martirio. Diventando poi patrona della musica e dei musicisti. A raccontare in musica la storia della santa fu nel 1934 per il Teatro dell’Opera di Roma Licinio Refice, sacerdote e musicista, autore di oratori come la Chananaea del 1910 o La vedova di Naim del 1912, ma anche di opere liriche – ne scrisse tre – ispirate a soggetti sacri, Margherita da Cortona (la prima il 1 gennaio 1938 al Teatro alla Scala), Il Mago (partitura rimasta incompiuta). E, appunto, Cecilia, messa in scena due anni fa in apertura di stagione dal Teatro Lirico di Cagliari con Giuseppe Grazioli sul podio e la regia di Leo Muscato. Prima esecuzione in Italia in tempi moderni, perché Cecilia, ripresa a Roma nel 1935 (con lo stesso Refice sul podio) e nel 1949 sempre nella Capitale, non si ascoltava in Italia dal 1953 quando andò in scena al San Carlo di Napoli con Renata Tebaldi, protagonista anche dell’opera nel 1954 a Rio de Janeiro. Opera di raro ascolto, Cecilia, su libretto di Emidio Mucci, è definita «azione sacra in tre episodi e quattro quadri». Il titolo arriva ora in disco, ma con il secondo cast delle repliche cagliaritane: Marta Mari  la protagonista Cecilia, Mickael Spadaccini è Valeriano e Leon Kim Tiburzio.

9. Canti di Giacomo Puccini. Müncher Rundfunkorchester. Direttore Ivan Repušić. Tenore Charles Castronovo. Br Klassik

Anniversari in vista. Il prossimo anno (ma si è già iniziato in questa fine di 2023) tutto il mondo ricorderà Giacomo Puccini perché il 29 novembre ricorreranno i cento anni della mo0ret del compositore toscano. Ecco allora un disco con alcune rarità – non le solite Tosca, Turandot, Rondine, Bohème che si moltiplicano nei nostri teatri. I Canti, pagine che Puccini scrisse per voce e pianoforte, molte delle quali andate perdute. Ne 2010 ecco una prima edizione critica di sedici canzoni (molte richiamano i temi delle sue opere e sono state scritte durante gli anni degli studi a Milano) che Johannes Schachtner ha arrangiato per orchestra. Un ciclo che il tenore americano Charles Castronovo ha inciso con la Münchner Rundfunkorchester diretta da Ivan Repušić. Ci sono canzoni d’amore giovanile come A te o pagine della maturità come Morire? E la musica di alcuni brani è stata poi utilizzata per arie d’opera come  la melodia di Mentía l’avviso, scritta per l’esame finale al Conservatorio di Milano, diventata la celeberrima «Donna non vidi mai» cantata dal tenore, nei panni di Des Grieux, nella Manon Lescaut.

10. Maria Callas in all her roles e Maria Callas studio recitals. Warner Classics

L’anniversario più anniversario di tutti. Quello per i cento anni dalla nascita di Maria Callas. La più grande cantante di sempre. Nata il 2 dicembre 1923. Compleanno festeggiato in tutto il mondo. Anche in disco, con la riproposizione di tutte le sue storiche incisioni. Due cofanetti, uno che contiene tutte le opere incise dalla Callas, tutti i 74 ruoli interpretati da Maria di cui c’è traccia audio, le grandi eroine diBellini, Bizet, Cherubini, Donizetti, Leoncavallo, Mascagni, Ponchielli, Puccini, Rossini, verdi, Giordano, Gluck, Spontini e Wagner. Tosca, Violetta, Norma, Anna Bolena, Medea, Gioconda, Carmen, Rosina, Gilda, Leonora, Kindry… un lungo, lunghissimo elenco, una testimonianza preziosa di cosa significa fare teatro con la voce.

Perché la Callas era una grande cantante e una grande attrice (poche le testimonianze video della sua arte) e lo si capisce ascoltando come “racconta”, come “fa vedere” la storia che restituisce attraverso la musica. E poi un altro cofanetto che raccoglie tutti i recital incisi in studio. Le grandi arie d’opera, ma anche le rarità, i ruoli che la Callas non ha mai portato sul palco, Elvira del Don Giovanni di Mozart o Eboli del Don Carlo. Rarità da custodire gelosamente. Come il ricordo della più grande di tutte.