Ravennafestival, un piano per ripartire in musica

Presentato al ministero un progetto per concerti all’aperto Potrebbe diventare un modello per le altre rassegne estive Sul palco, distanziata, la Cherubini di Riccardo Muti

In teatro si ritornerà non prima di settembre. Ma anche in estate le (giustamente) rigide norme sanitarie della fase due rischiano di vedere annullati per cause di forza maggiore i numerosi festival che animano le sere d’estate con teatro e musica, classica e pop. Che fare? Aspettare indicazioni governative? Con il rischio di dover entrare in rincorsa e rivedere all’ultimo momento la programmazione? Il Ravennafestival mette in campo un progetto per tornare a fare musica dal vivo già da giugno. Naturalmente all’aperto e rispettando tutte le norme di distanziamento sociale che ormai scandiscono le nostre vite.

Ecco pronta una proposta messa a punto dai vertici della rassegna romagnola con esperti di varie aree e presentata, tramite l’Agis, al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini. Il Ravennafestival, constatata l’impossibilità di proporre spettacoli al Teatro Alighieri o al Pala De André, torna alle origini e sceglie come teatro all’aperto la Rocca Brancaleone, nel cuore della città bizantina: una fortezza veneziana del XV secolo che nel 1990, quando nacque la rassegna, ospitava gli spettacoli del festival. La rocca offre uno spazio all’aperto nel quale poter applicare il distanziamento sociale che, combinato a un sistema di ingresso a turni e alla disponibilità per tutti di mascherine e gel igienizzanti per le mani, potrebbe garantire una platea di 250 posti. Strategia da affiancare alla trasmissione in digitale e televisiva degli eventi per costruire un programma estivo ad hoc accessibile a tutti.

Sul fronte artistico, puntando ad un programma sinfonico, lo spazio consentirebbe di avere sul palco un’orchestra di una sessantina di elementi: distanziamento e mascherine per gli archi, strutture di plexiglass a isolare i fiati. Inutile dire che l’orchestra di riferimento del Ravenna festival è l’orchestra giovanile Luigi Cherubini (già presente nel ricco programma del cartellone 2020 che necessariamente verrà rimodulato) fondata da Riccardo Muti. E sul podio salirebbe proprio il maestro, che abita a Ravenna, carta vincente e di sicuro impatto per provare a dire al mondo che la musica può e deve ripartire.

Perché l’ambizione di Ravennafestival, che ha steso il piano insieme alle associazioni che operano nell’ambito dello spettacolo musicale come Anfols (l’Associazione delle fondazioni lirico-sinfoniche), Atit (che riunisce i teatri di tradizione) e ItaliaFestival, è di proporre un piano esportabile e applicabile, con i dovuti aggiustamenti, agli altri festival estivi italiani. E non solo. Un protocollo per rendere possibili i concerti nelle arene all’aperto nel rispetto delle norme contro la diffusione del coronavirus, garantendo la massima sicurezza di pubblico, artisti e personale all’esame del ministero e che sarà presentata anche alla task force guidata da Vittorio Colao e istituita dal governo per progettare e regolamentare la fase due di convivenza con il virus.

«Se la proposta riceverà il parere positivo del governo, Ravennafestival potrebbe essere, visto l’approssimarsi delle date di programmazione, la prima organizzazione in Italia a realizzare spettacoli dal vivo dopo lo scoppio dell’epidemia e il succedersi delle disposizioni cautelative che hanno chiuso le porte di tutti i teatri e determinato l’annullamento di eventi in tutta la penisola» dicono i vertici della storica rassegna, appuntamento che negli anni ha portato in Romagna i grandi nomi della musica classica internazionale che ha portato nel mondo, con i suoi Viaggi dell’amicizia, un messaggio di fratellanza attraverso la musica. Messaggio necessario, oggi più che mai.

Nella foto la Rocca Brancaleone di Ravenna