Opera awards, vince il Finale di partita di Kurtag

Premiato come miglior novità il titolo del musicista ungherese ispirato al dramma di Beckett e andato in scena alla Scala Tutti i riconoscimenti dell’edizione 2019 degli oscar della lirica Marc Albrecht miglior direttore, Katie Mitchell miglior regista

C’è anche un po’ di Italia (meno, forse, di quanto si potesse sperare viste le nomination, ma va bene anche così) nella notte degli International opera awards, gli oscar della lirica consegnati a Londra nella cornice del Sadler’s Wells. Il Teatro alla Scala vince la statuetta per la miglior prima mondiale che è  Fin de partie di György Kurtág andata in scena a novembre a Milano con la bacchetta di Markus Stenz e la regia di Pierre Audi. L’opera, programmata per quattro anni in cartellone, ma rimandata ogni volta perché non ancora completata, è tratta dal dramma di Samuel Beckett ed è il primo melodramma scritto nella sua lunga carriera dal compositore ungherese, classe 1926. In scena Frode Olsen (Hamm), Leigh Melrose (Clov), Hilary Summers e Leonardo Cortellazzi (Nell e Nagg).

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Nella foto @Ruth Walta Fin de parie al Teatro alla Scala

Un nuovo riconoscimento per il teatro milanese dopo che nel 2018 era arrivato l’International opera award per la miglior orchestra d’opera, riconoscimento andato quest’anno alla Royal opera house di Londra, guidata dall’italo-britannico Antonio Pappano. Italia anche nella categoria miglior incisione d’opera: premiata la Semiramide di Gioachino Rossini incisa per l’etichetta OperaRara con Mark Elder alla guida dell’Orchestra of the age of enlightenment e con Daniela Barcellona nel ruolo di Arsace. In nomination, tra le altre incisioni, la Giovanna d’Arco di Verdi (pubblicata da Decca) che ha aperto con la direzione di Riccardo Chailly la stagione del Teatro alla Scala nel 2015. Miglior registrazione di recital di canto è Enfers con Stéphane Degout per Harmonia mundi.

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Gli International opera awards sono stati istituiti nel 2012 da Harry Hyman, uomo d’affari britannico, impegnato nel sostenere il teatro d’opera e la musica. Funzionano come i più noti Oscar del cinema: dopo una prima fase di raccolta delle nomination si passa alla votazione finale. I lettori della rivista Opera magazine, media partner del premio, assegnano un riconoscimento andato quest’anno al soprano bulgaro Sonya Yoncheva.

Miglior direttore è Marc Albrecht che ha avuto la meglio su colleghi come Myung-Whun Chung, Diego Fasolis, René Jacobs, Michele Mariotti e Mark Wigglesworth. Miglior regista è Katie Mitchell che lo scorso anno ha firmato Alcina di Haendel per il Bolshoi, Jenufa di Janáček per Amsterdam e Ariadne auf Naxos per il festival di Aix en Provence. In nomination c’erano Vasily Barkhatov, Calixto Bieito, Rodula Gaitanou, David Pountney e Krzysztof Warlikowski. La statuetta per la miglior nuova produzione è andato a Da una casa di morti di Janáček andato in scena alla Royal opera house Covent Garden di Londra con la regia di Krzysztof Warlikowski. In lizza per il riconoscimento Vanessa di Barber nell’allestimento di Keith Warner per Glyndebourne, Gloriana di Britten realizzata da David McVicar per il Teatro Real di Madrid, Jenůfa di Janáček pensata da Katie Mitchell per la Dutch national opera di Amsterdam, La traviata di Verdi andata in scena con la regia di Deborah Warner al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi e il Tristan und Isolde di Wagner allestito da Dmitri Tcherniakov per la Staatsoper unter den Linden di Berlino. Tra le riscoperte premiato Artaserse di Hasse presentato dalla Pinchgut opera: in nomination, tra gli altri titoli, L’Ange de Nisida di Opera Rara (a novembre e Isabeau di Mascagni diretta a Londra all’Opera Holland park da Francesco Cilluffo. Rebecca Ringst è stata scelta come miglior scenografa da una rosa di nomi dove c’era anche il nostro Paolo Fantin.

Tre italiane in nomination per la statuetta per la miglior cantante, Anna Caterina Antonacci, Daniela Barcellona e Rosa Feola: il riconoscimento è però andato al soprano lituano Asmik Grigorian, straordinaria protagonista di Salome di Strauss a Salisburgo e in questi giorni in prova a Milano al Teatro alla Scala dove il 28 debutterà come Marietta in Die tote stadt di Korngold con la bacchetta di Alan Gilbert e la regia di Graham Vick. Niente da fare nemmeno per Alex Esposito in nomination insieme a Brandon Jovanovich, John Osborn, Xavier Sabata e Georg Zeppenfeld per il premio al miglior cantante: la statuetta è andata al tenore americano Charles Castronovo. Il riconoscimento per il miglior giovane cantante è andato a Marina Viotti, mezzosoprano, nata in svizzera, figlia di Marcello, compianto direttore d’orchestra, e sorella di Lorenzo, bacchetta in rapidissima ascesa sulle orme del padre.

Miglior coro, categoria per la quale era in lizza anche quello del Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni, è risultato quello del Teatro Bolshoi di Mosca. Miglior compagnia d’opera è l’Opera Vlaanderen, compagnia belga diretta da Aviel Cahn che opera in due diversi teatri d’opera in due città fiamminghe, la Vlaamse Opera Antwerpen e la Vlaamse Opera Ghent. Come miglior festival (tra le nomination anche quello della Valle d’Itria) è stato premiato lo Janáček Brno festival.