Dieci dischi di classica da regalare a Natale

E dopo la lirica, ecco musica da mettere sotto l’albero anche per chi ama la musica classica. A chi conosce già i grandi capolavori e vuole ascoltare nuove interpretazioni. Oppure è alla ricerca di rarità. Ecco allora dieci dischi da regalare il prossimo Natale.

1. String Quartets di Gaetano Donizetti. Quartetto Delfico. Brilliant Classic

Subito un ponte tra musica lirica e musica classica. Con queste pagine rare di Gaetano Donizetti, i Quartetti per archi, tre in particolare il Quartetto n.15 in fa maggiore, il Quartetto n.17 in re maggiore e il Quartetto n.18 in mi minore. Li propone il Quartetto Delfico, restituendo la sapienza compositiva anche nella musica da camera – e non solo nel belcanto – del musicista della Lucia di Lammermoor e de L’elisir d’amore. Sapienza compositiva e grande conoscenza del repertorio, come si capisce bene dall’incipit del Quartetto n.15 che cita l’inizio della Sinfonia n.40 in sol minore togliendogli qual colore di ansia e di angoscia che c’è nell’originale e rivestendolo di sole e quasi di un sorriso allegro.

2. Sinfonia n. 39, 40 e 41 di Wolfgang Amadeus Mozart. Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Direttore Herbert Blomstedt. Br Klassik

Donizetti cita Mozart e la sua Sinfonia n.40, quella in cui il compositore di Salisburgo «h aportato tutti i lati oscuri dell’esistenza umana» come riflette Herbert Blomstedt. Uno dei tanti misteri di Wolfgang Amadeus Mozart. Le sue ultime tre sinfonie. La Sinfonia n.39 in mi bemolle maggiore, la Sinfonia n.40 in sol minore, la Sinfonia n.41 in do maggiore Jupiter. Tre pagine uniche. Compiute in sé, ma complementari l’una all’altra. Tanto che spesso si ascoltano tutte d’un fiato. Le ha volute eseguire così anche Herbert Blomstedt con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Due concerti, del 2017 e del 2019, che la Radio Bavarese ha registrato e che pubblica ora con la sua etichetta, omaggio al novantaseienne direttore d’orchestra statunitense.

3. Sinfonia n.7 in mi minore di Gustav Mahler. Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Direttore Bernard Haitink. Br Klassik

Un altro grande vecchio del podio, scomparso nel 2021 a 92 anni, Bernard Haitink E sempre con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Un altro grande classico. Una sinfonia di Gustav Mahler, la Sinfonia n. 7 in mi minore. Proposta da Haitink in concerto con l’Orchestra della Radio Bavarese, registrata e pubblicata dall’etichetta della formazione tedesca. Il direttore olandese, che ha iniziato a dirigere l’orchestra nel 1958, ha spesso avuto sul leggio le pagine mahleriane. E la Sinfonia n.7 in mi minore racchiude tutto quello che è il mondo del compositore austriaco con le sue due Musiche notturne, i motivi fanciulleschi e popolari che finiscono nei temi dei movimenti, la scrittura orchestrale (ci sono le campane, come in altre sinfonie, ma anche la chitarra e il mandolino) che ha il timbro, il colore, il suono tipico di Mahler, Haitink lo restituisce con il suo stile asciutto e austero.

4. Bach Generations. Musiche di Johann Sebastian Bach, Carl Philipp Emanuel Bach, Johann Christoph Bach e Gottfried Henrich Stölzel. Oboe Albrecht Mayer. Berliner barock solisten. Deutsche grammophon

Dopo Mozart Albrecht Mayer affronta con il suo oboe un viaggio nei capolavori della famiglia Bach. Il musicista, primo oboe dei Berliner philharmoniker, con i solisti barocchi dei Berliner, parte dal Bach più famoso, Johann Sebastian e dal suo Concerto per oboe d’amore, archi e basso continuo in la maggiore proposto insieme a pagine dalle Suite orchestrali. Per arrivare al Concerto per oboe, archi e basso continuo in sol maggiore di Carl Philipp Emanuel Bach. Generazioni Bach a confronto nel disco di Mayer, un viaggio dallo stile tardo rinascimentale a quelli barocco e classico.

5. Württemberg Sonatas di Carl Philipp Emanuel Bach. Pianoforte Keith Jaarrett. Ecm

«Avevo ascoltato le sonate suonate da clavicembalisti e sentivo che c’era spazio per una versione per pianoforte». Keith Jarrett racconta così il perché ha voluto mettersi al pianoforte, lui abituato al jazz e alle improvvisazioni, mettendo sul leggio le Württemberg Sonatas di Carl Philipp Emanuel Bach. Un viaggio affrontato (e inciso) nel 1994, una registrazione sinora inedita che rivela aspetti nuovi e sorprendenti della pagina del figlio del più famoso Johann Sebastian. Scarti di tempo, colori cangianti nell’interpretazione di Jarrett, realizzata al Cavelight studio, lo studio privato del pianista statunitense. Sei pagine, le Sonate del Württemberg, scritte tra il 1742 e il 1743 e pubblicate nel 1744, intrise dello spirito dello Sturm und Drang. E non mancano da parte di Carl Philipp Emanuel citazioni di pagine del padre, tutte da ritrovare nell’interpretazione di Jarrett.

6. Tractus di Arvo Pärt. Tallin chamber orchestra. Estonian philharmonic chamber choir. Soprano Maria Listra. Direttore Tonu Kaljuste. Ecm

Bach. Che alla fine delle sue partiture metteva sempre il Soli Deo Gloria, per dedicare a Dio ogni sua nota, ogni suo gesto musicale. Una spiritualità, quella del compositore tedesco, che pervade ogni pagina, da quelle propriamente sacre sino ai concerti per pianoforte scritti per i caffè di Lipsia. Sacro, trecento anni dopo, anche nelle pagine di Arvo Pärt. Tractus racchiude l’essenza della musica del compositore estone, la scrittura per coro, l’impasto orchestrale, tutto pervaso da una sacralità che è quella della vita. Una nuova versione della partitura (che è fatta di diverse pagine del musicista) proposta ora dalla Tallin chamber orchestra alla quale si uniscono le voci dell’Estonian philharmonic chamber choir e del soprano Maria Listra. Tutti diretti da Tonu Kaljuste per dare voce, in Tractus, alle riflessioni teologiche di John Henry Newman, molto natalizie perché pervase dall’ idea di cambiamento, trasfigurazione e rinnovamento, per un nuovo percorso di vita che guarda al passato per riconciliarsi con esso. Tractus, che raccoglie Littlemore Tractus, Greater Antiphons, Cantique des degrés, Sequentia, L’abbé Agathon, These Words e Veni creator sino alla riscrittura di Vater unser per coro, archi e pianoforte.

7. Sacred di Krzysztof Penderecki. Latvian radio choir. Direttore Sigvards Calva. Ondine

Testi e musiche ispirate. Sacre. Perché su testi della liturgia. Ma anche perché raccontano la sacralità della vita. Compositore di musica classica, con una grande attenzione per la spiritualità Krzysztof Penderecki, come Arvo Pärt, come Johann Sebastian Bach. In questo Sacred sono raccolte alcune sue pagine per coro, O gloriosa virginum, De profundis, In pulverem mortis, Song of Cherubim, Veni Creator, Miserere, Agnus Dei e la Missa brevis. Pagine affidate alle voci del Latvian radio choir dirette da Sigvards Calva.

8. Magnificat. Gloria in excelsis di Giuseppe Sarti. Con Barbara Frittoli, Ekaterina Semenchuk, Dmitri Voropaev, Yuri Vorobiev. Orchestra e coro del Teatro Mariinsky. Direttore Mattia Rondelli. Da Vinci classics

Il Magnificat e il Gloria. I canti di Natale per eccellenza. La lode che Maria innalza davanti alla cugina Elisabetta, per dire «grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome». La lode, ma anche lo stupore perché lei, una ragazzina che non ha mai conosciuto uomo sarà la madre di Dio. E perché la cugina Elisabetta, in tarda età, diventerà mamma di Giovanni. E poi il Gloria, il canto degli angeli che invitano i pastori ad andare alla grotta di Betlemme dove è nato il Salvatore. Canti messi in musica, nel tempo, da molti compositori. Prima registrazione mondiale, invece, per il Magnificat e il Gloria di Giuseppe Sarti, nato a Faenza, allievo (come Mozart) di padre Martini, maestro di cappella a Milano, passato per Vienna (dove conobbe Wolfgang Amadeus) e approdato a San Pietroburgo. E proprio i complessi del Mariinsky propongono il Magnificat e il Gloria in excelsis con la bacchetta di Mattia Rondelli e le voci di Barbara Frittoli, Ekaterina Semenchuk, Dmitri Voropaev e Yuri Vorobiev. Prima registrazione mondiale, incisione datata 2011 delle due pagine natalizie di Sarti.

9. Vier letzte Lieder. Four last songs. Musiche di Richard Strauss. Soprano Rachel Willis-Sørensen. Gewandhausorchester Lipsia. Direttore Andris Nelsons. Sony classical

Sacre, come la vita, anche le note di Richard Strauss. Che da sempre raccontano la malinconia del tramonto. Lo fanno nel Rosenkavalier, profumato di dolce nostalgia. Lo fanno nei Vier letzte Lieder, gli ultimi quattro lieder che il soprano americano Rachel Willis-Sørensen propone insieme alla scena finale di Capriccio, altra opera del compositore di Monaco, intrisa di malinconia, racconto tutto giocato su musica e poesia. Un tutto Strauss con la Gewandhausorchester diretta da Andris Nelsons (e in Capriccio insieme al basso Sebastian Pilgrim). Un autore, Strauss, molto amato dal soprano americano. Che vede in Capriccio «un sorriso malizioso della Contessa che deve scegliere tra due pretendenti», ma anche tra musica e poesia. E nei Vier letzte Lieder «una parabola per la vita perché musicalmente parlando ti aspetteresti una particolare risoluzione armonica, invece va in una direzione diversa che ti sorprende. Proprio come la vita».

10. Rachmaninoff. Musiche di Sergej Racmaninov. Los Angeles philharmonic. Pianoforte Yuja Wang. Direttore Gustavo Dudamel. Deutsche grammophon

Centocinquant’anni dalla nascita, nel 1873, ottanta dalla morte, avvenuta nel 1943. Losa Angeles, la città dove trascorse i suoi ultimi mesi di vita, rende omaggio a Sergej Rachmaninov. Lo fa con la sua orchestra, la Los Angeles philharmonic e il suo direttore Gustavo Dudamel. Due concerti con la pianista cinese Yuja Wang per proporre l’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra insieme alla Rapsodia su un tema di Paganini. Concerti registrati alla Walt Disney Concert Hall e ora pubblicati in un cofanetto di due cd per celebrare il doppio anniversario del compositore russo. Pagine che da sempre Yuja Wang propone in concerto e ora consegna al disco insieme a Dudamel.