Ravenna omaggia Pasolini tra carne e cielo

Il festival 2022 dedicato allo scrittore nato cento anni fa Musica, danza, prosa e cinema per celebrare l’intellettuale Classica con Muti, Savall, Harding e una prima di Corghi Elio Germano, poi Cristicchi e La rappresentante di lista

La dedica, come sempre nei programmi di Ravenna festival, non è solo qualcosa di formale. Perché dedicare a Pier Paolo Pasolini l’edizione 2022 della rassegna romagnola, giunta al suo trentatreesimo anno, non è solo qualcosa di “dovuto” perché si celebrano i cento anni dalla nascita dell’intellettuale che ha segnato indelebilmente la storia del Novecento. Dedicare Ravenna festival 2022 al poeta, scrittore, saggista, drammaturgo, regista… e anche pittore (anche se è poco noto) nato a Bologna il 5 marzo 1922 è un riandare alle radici. Perché il padre di Pasolini, Carlo Alberto, veniva da un ramo secondario di una nobile famiglia proprio di Ravenna, i Pasolini dall’Onda. Dunque il dna dell’autore di Ragazzi di vita e Petrolio, ha (molti) geni ravennati – altri sono friulani, legati a Casarsa della Delizia, la terra di origine della madre Susanna Maria Colussi.

Tra la carne e il cielo il titolo del Ravenna festival 2022, immagine potente che ben riassume la tensione tra corpo e spirito che pervade tutta l’pera di Pasolini. Estetica, anche quando tratta di politica. Intrisa della nostalgia delle origini, di un mondo perduto, cancellato, silenziato da ritrovare per riandare alle fonti della bellezza. Note, parole e immagini per declinare tra musioca, teatro, cinema la lezione e l’eredità di Pasolini. Che ancora sa parlare al nostro presente. Percorsi, quelli proposti dai direttori artistici angelo Nicastro e Franco Masotti, che accompagneranno il pubblico dal 1 giugno al 21 luglio – con un’anteprima il 25 maggio quando al Pala De André (che dopo i due anni dell’era Covid alla Rocca Brancaleone ritorna ad essere uno dei palcoscenici della rassegna) arriverà Underwater di Ludovico Einaudi. I nomi di sempre, Riccardo Muti e l’orchestra Cherubini su tutti, protagonisti anche quest’anno de Le vie dell’amicizia – località ancora top secret. I percorsi irrinunciabili come le liturgie di In templo Domini. Il mix di alto e basso, di classico e di pop, di antico e di contemporaneo.

Il festival si inaugura il 1 giugno con daniel Harding e la Mahler chamber orchestra: sul leggio la dedica della rassegna, Tra la carne e il cielo, pagina scritta da Azio Corghi su una drammaturgia poetica di Maddalena Mazzocut-Mis ispirata a Pasolini per violoncello concertante (Silvia Chiesa), voce recitante maschile (Sandro Lombardi), soprano (Valentina Coladonato), pianoforte (Maurizio Baglini) e orchestra. Corghi insieme a Beethoven e Dvorak per il concerto che apre il ciclo 100 Omaggio a Pasolini che attraversa tutto il cartellone.

Ci saranno le Sonate e le Partite di Bach, pagine predilette da Pasolini e affidate al violinista Giuseppe Gibboni, vincitore del concorso Paganini 2021, affiancate da letture di Ermanna Montanari.  Sempre di Bach, autore che per Pasolini rappresentava «la musica in assoluto», si ascolteranno l’Offerta musicale con l’Accademia Bizantina e Ottavio Dantone in Sant’Apollinare Nuovo, l’integrale dei Concerti brandeburghesi in Sant’Apollinare in Classe con l’Ensemble Zefiro di Alfredo Bernardini, le Variazioni Goldberg affidate al pianoforte di David Fray. Il tributo a Pasolini si compie anche nei linguaggi del cinema con una rassegna alla Rocca Brancaleone. Ci sarà poi la prosa Eugenio Sideri e TeatroNove propongono Calēre, dove i sentieri di campagna diventano metafora dello smarrimento delle nuove generazioni, Elena Bucci veste i panni dell’attrice pasoliniana Laura Betti in Bimba ‘22 Elena Bucci (Le belle bandiere) è l’attrice Laura Betti, figura centrale nella vicenda umana e artistica di Pasolini. A Cervia, nell’ambito della rassegna Il trebbo in musica, due spettacolo uno con Elio Germano e Teho Teardo, l’altro con il cantautore Vasco Brondi. La danza omaggia lo scrittore con l’arrivo a Ravenna del Béjart Ballet Lausanne. Non può mancare il cinema con la Rocca Brancaleone che diventa arena all’aperto per una rassegna delle pellicole di Pasolini da Medea a Uccellacci e uccellini  a Il Vangelo secondo Matteo, preceduti dal documentario di Giuseppe Bertolucci, Pasolini prossimo nostro.

Carne e cielo è un filo rosso che attraversa molti appuntamenti del festival. In San Vitale si riflette su San Francesco e su San’Agostino con The canticles di Benjamin Britten con Ian Bostridge e con la Messa Arcaica di Franco Battiato con Simone Cristicchi, Juri Camisasca, Alice, Cristina Baggio che affiancano l’Orchestra Maderna e il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini. Cielo e terra nel concerto de Le vie dell’amicizia di Riccardo Muti, che sarà poi sul podio del Pala De André per il concerto finale del 21 luglio con Bizet, Ljadopv e Liszt. Arriveranno a Ravenna Gidon Kremer, Christoph Eschenbach, Jordi Savall, i 100Cellos di Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi, la Pfm, Diana Krall, La Rappresentante di Lista, tra classico, contemporaneo e pop.

Dopo lo stop imposto dal Covid con il Paradiso si chiude il trittico Chiamata pubblica per la Divina Commedia ideato da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe che hanno affrontato la sfida di trasformare il capolavoro dantesco in teatro. Sempre Martinelli firma un’altra nuova produzione che guarda al cielo: Gli uccelli di Aristofane, riscritta per settanta adolescenti del territorio campano nell’ambito del dialogo con il Parco Archeologico di Pompei, dove debutterà. Molta danza, oltre al Béjart Ballet Lausanne, si vedranno il gala Les Italiens de l’Opéra de Paris, ideato dal primo ballerino Alessio Carbone, mentre si ricorderà il coreografo Micha van Hoecke, scomparso nel 2021, con Canto per un poeta innamorato curato da Miki Matsuse. La Hofesh Shechter II, compagnia di otto giovani talenti, presenta Contemporary Dance 2.0, il più recente dei lavori del coreografo israeliano, mentre con Virtual Dance for Real People, torna Aterballetto.

Un calendario fittissimo quello di Ravenna festival 2022 che, come sempre, avrà un’appendice con la Trilogia d’autunno. Che quest’anno propone proprio una trilogia, quella delle opere di Mozart e Da Ponte: dal 31 ottobre al 6 novembre due cicli di rappresentazioni de Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte, affidate ad un’unica squadra artistica, il regista Ivan Alexandre e lo scenografo e costumista Antoine Fontaine. Sul podio tre allievi delle passate edizioni della Riccardo Muti opera academy, Giovanni Conti, Erina Yashima e Vladimir Ovodok. Un progetto che vede il festival collaborare con lo svedese Drottningholms Slottsteater e con l’Opéra Royal de Versailles.

Nella foto l’illustrazione di Gianluca Costantini per Ravenna festival 2022

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