Commissione di Ravennafestival per il compositore siciliano eseguita dall’orchestra Cherubini nel Concerto per il Giubileo
Una ninna nanna. Ma questa volta sarà «una ninna nanna al contrario» perché sarà un bimbo a cantarla a sua madre. «Che è la Madre» scritta con la lettera maiuscola «perché nella figura di Maria ho voluto mettere il volto di tutte le madri». Leonardo Marino racconta la sua nuova partitura, Madre, speranza, madre, che debutta in prima assoluta il 27 giugno nella Basilica Metropolitana di Ravenna. Cuore, la pagina del compositore siciliano, del Concerto per il Giubileo di Ravenna festival. «È stato proprio il festival a commissionarmi questa partitura, chiedendono un brano per orchestra d’archi, organo e voci bianche» racconta Marino, classe 1992, una formazione tra classica e jazz, a Milano e a Ginevra.
«Papà è pianista e insegnante di musica e con il gioco mi ha portato dalla sua parte tanto che non ricordo quando ho imparato a legger la musica, lo faccio da sempre». I primi passi come pianista, «ma dal 2013 mi dedico solo alla composizione» racconta Marino che nel 2022 ha vinto, nella categoria composizioni di musica da camera, l’International competition George Enescu e nel 2023 il Concorso internazionale di composizione 2 agosto di Bologna.
«Madre, speranza, madre perché nel titolo ho voluto che risuonasse il tema del Giubileo, la speranza» racconta Marino che vedrà la sua pagina sui leggii dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini diretta da Hossein Pishkar accanto a pagine “sacre” di Bach, Vivaldi (la Sinfonia Al Santo Sepolcro), Wagner (l’Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal) e Elgar (il Sursum corda). «Per la mia pagina ho scelto alcuni versi della lauda Regina Sovrana de gram pietade contenuta nel Laudario di Cortona. E ho affidato queste parole alle voci bianche, una melodia semplice e popolare, che richiama una ninna nanna che si canta nella mia famiglia. Una ninna nanna al contrario, che i bambini cantano alla loro madre. Una donna che, come Maria, sceglie di essere madre, anche se sa che questo le costerà un enorme sacrificio, quello di vedere un giorno il figlio sulla croce. I versi della lauda che ho scelto di mettere in musica raccontano la misericordia di Maria e la sua capacità di perdonare, qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno in questo frangente così difficile della storia» racconta Marino.
Ravel «dove non c’è nulla che non sia essenziale», ma anche il jazz i fari che illuminano il percorso del compositore siciliano. «Ultimamente tocco con mano il grande potere che la musica ha di parlare del nostro presente. Le mie pagine negli ultimi anni hanno acquistato un contenuto sociale che racconta la mia visione del mondo, dove c’è troppa ingiustizia di fronte alla quale dobbiamo far sentire la nostra voce». Giovane e compositore di musica contemporanea, Marino. «Si va avanti lottando, provando a vincere la sfida di vivere di musica. E devo dire che ultimamente si moltiplicano le iniziative per valorizzare i giovani talenti» spiega il musicista, raccontando di avere già in mano due commissioni per il 2026, «una da parte della Filarmonica Arturo Toscanini di Parma legata al progetto Ecosound sul rapporto tra uomo e natura in programma a marzo e una da parte dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai che a maggio del prossimo anno eseguirà Cratere, brano dove è chiaro il riferimento alle mie radici, quelle di un ragazzo cresciuto a Paternò sotto l’Etna».
Niente cinema e tv per ora, tanta musica classica. «Amo in particolare – conclude Marino – i concerti con solisti e il teatro musicale. Due forme che in questa Madre, speranza, madre si fondono, tra parola, canto e musica».