Daniel Harding a Santa Cecilia dal 2024

Il direttore raccoglie il testimone di Antonio Pappano Inaugurerà il suo mandato dirigendo Tosca di Puccini

Daniel Harding sarà il nuovo direttore musicale dell’orchestra e del coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Lo ha annunciato il presidente e sovrintendente, Michele Dall’Ongaro. Il musicista britannico, classe 1974, da ottobre del 2024 raccoglierà il testimone di Antonio Papapno, anche lui britannico (con origini italiane, a Benevento), che lascerà dopo 19 anni la guida di Santa Cecilia per andare a dirigere (dopo aver salutato anche la Royal opera house Covent Garden, che guida dal 2002) la London symphony orchestra, restando direttore emerito dell’orchestra romana. Per Harding un contratto quinquennale e un mandato che inizierà a ottobre 2024 con Tosca di Giacomo Puccini, titolo (che sarà proposto in forma di concerto) scelto per celebrare i cento anni della morte del compositore toscano, che si ricorderanno proprio nel 2024.

«Avere l’opportunità di diventare il direttore musicale di un’orchestra di prim’ordine e così ambiziosa in una città di incomparabile importanza storica e culturale è un bellissimo regalo che mi viene fatto» ha detto Harding ricordando poi come «la mia lunga storia con Santa Cecilia è iniziata nel 1997, quando vivevo a Berlino ed ero assistente di Claudio Abbado. Un rapporto meraviglioso che si è consolidato soprattutto negli ultimi anni» ha raccontato Harding il cui contratto prevede otto settimane l’anno a Roma più le tournée.

«L’orchestra e il coro di Santa Cecilia, oltre ad avere un livello elevatissimo, possiedono un’energia, una generosità e un amore per la musica che sanno sempre trasmettere quando suonano. Non c’è nulla che non si possa fare con loro perché hanno la capacità camaleontica di adattarsi al repertorio che eseguono. Questa è ciò che io chiamo italianità» ha spiegato il musicista che accanto alla sua attività sul podio, dopo aver conseguito il brevetto aereo, svolge anche quella di pilota di linea per Air France. «Mi piace moltissimo la sfida intellettuale e umana che mi dà il mio lavoro di pilota, perché è certamente bello dirigere un’orchestra dove ci sono musicisti che hanno una loro personalità e devono adattarsi alle mie scelte. Quando però sono sull’aereo devo essere io ad adattarmi a un team per garantire la sicurezza. Non so se essere pilota mi ha reso un migliore musicista, certamente mi ha reso un miglior direttore d’orchestra» ha raccontato Harding, direttore musicale e artistico della Swedish radio symphony orchestra, incarico che lascerà nel 2025 dopo diciannove stagioni.

«I musicisti di Santa Cecilia amano raccontare storie e trasmettere il loro entusiasmo per la musica che eseguono. In venticinque anni di collaborazione abbiamo esplorato un ampio repertorio e stretto un’amicizia che ora diventa qualcosa di molto significativo per tutti noi» ha detto Harding il cui nome si va ad aggiungere al prestigioso albo dei direttori che hanno guidato l’istituzione romana, Igor Markevitch, Giuseppe Sinopoli, Daniele Gatti e Myung-Whun Chung sino ad Antonio Pappano. Un ulteriore e prestigioso incarico per il musicista inglese che è stato direttore musicale dell’Orchestre de Paris dal 2016 al 2019, direttore ospite principale della London symphony orchestra dal 2007 al 2017 ed è direttore onorario a vita della Mahler chamber orchestra, formazione con la quale collabora da più di vent’anni.

Nella sua prima stagione, oltre a Tosca, Harding dirigerà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi in una delle maggiori basiliche romane, inaugurando un ciclo che prevede l’esecuzione dei maggiori capolavori di musica sacra nelle più belle chiese della città, per valorizzare il patrimonio artistico della Capitale attraverso la musica. Spazio poi ai capolavori del diciannovesimo e del ventesimo secolo, con particolare attenzione a Richard Strauss, alla Scuola di Vienna, a Richard Wagner, e a Gustav Mahler con il ciclo completo delle Sinfonie. E poi la rara Sinfonia Asrael di Suk. «Ci sono tre modi per guardare al repertorio da programmare, che deve essere vario, nutriente e stimolante, proprio come il cibo: da un lato ci sono le mie idee e il mio repertorio che eseguo da trent’anni, dall’altro c’è quello che è espressamente connesso a orchestra e coro, e infine c’è quello nuovo per tutti noi. E in quest’ultimo ovviamente c’è la musica contemporanea, che sarà una componente fondamentale della programmazione» ha spiegato ancora il direttore d’orchestra britannico.

«È con sincero entusiasmo e con orgoglio vivissimo che l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, la sua orchestra e il suo coro danno il benvenuto a Daniel Harding, un musicista che abbiamo imparato a conoscere e amare tanti anni fa e che oggi ritorna con un incarico impegnativo che è anche una sfida per il futuro e un’opportunità per i nostri complessi e per la città che li ospita» ha detto il presidente e sovrintendente di Santa Cecilia, Michele Dall’Ongaro, annunciano la nomina di Harding. «Non sembra azzardato affermare che oggi esistono più buone orchestre che buoni direttori. Pochissimi poi quelli eccezionali che con il loro impegno, la loro creatività, il loro rigore possono garantire percorsi di crescita e sviluppo. L’incremento della qualità dei nostri complessi, testimoniata dalle tante tournée, i cd realizzati, le reazioni di pubblico, critica e addetti ai lavori, ha radici profonde alimentate dalla lezione recente di Sinopoli, Gatti, Chung e soprattutto dalle cure che per diciotto anni Antonio Pappano ha dedicato alla sua famiglia, come la chiama lui, impegnandosi nel percorso che ha portato ai risultati di oggi. Puntare ora su Daniel Harding per noi significa non solo avere la possibilità di collaborare con uno dei maggiori talenti in circolazione, ma anche non interrompere questo cammino imprimendo nuovi stimoli, arricchendo la nostra vita musicale di suggestioni e idee nuove e diverse» ha detto ancora Dall’Ongaro.

E da Londra Antonio Pappano ha fatto sapere: «Oggi è un giorno di festa. Da tanti anni amiamo e apprezziamo Harding, uno dei maggiori talenti in circolazione, con tante idee nuove per imprimere nuovi stimoli e arricchire la nostra vita musicale. Proprio quello che ci serve. Un musicista che è una personalità, perché l’orchestra ha bisogno di una personalità come lui. La musica è più forte di tutti noi, ma serve uno davanti che conduca la battaglia, ami la musica e ne condivida l’amore». Con Harding a Santa Cecilia arriva la Deutsche grammophon (Pappano incideva con la Warner). La casa discografica annuncia una nuova collaborazione con il direttore e con l’orchestra romana e fa sapere che pubblicherà le registrazioni delle serate inaugurali, in particolare della Tosca di Puccini.