Scala, Chailly e Luisi per i profughi dell’Ucraina

Lo Stabat Mater di Rossini con Florez per la Croce Rossa Prova aperta della Filarmonica a favore dell’Unhcr

Saranno le note dello Stabat Mater di Gioachino Rossini, note intrise del dolore di Maria sotto la croce, a chiedere pace per l’Ucraina e per il mondo. Risuoneranno lunedì 4 aprile al Teatro alla Scala nel Concerto per la pace, appuntamento straordinario messo in campo dal Piermarini per raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina. Concerto voluto, «interpretando un auspicio unanime dei professori d’orchestra, degli artisti del coro e di tutti i lavoratori», dal sovrintendente Dominique Meyer e dal direttore musicale Riccardo Chailly che sarà sul podio di orchestra e coro scaligeri. Le voci saranno quelle del soprano Rosa Feola, del tenore peruviano Juan Diego Florez e del basso Alex Esposito (il nome del mezzosoprano sarà comunicato in seguito).

Biglietti da 95 a 10 euro in vendita (sia online che in biglietteria) da martedì 15 marzo con l’invito a fare una donazione ulteriore oltre al costo dell’ingresso. Il ricavato, destinato al sostegno dei profughi in arrivo a Milano, ma anche dei cittadini rimasti in Ucraina, sarà interamente devoluto alla Croce rossa e al fondo, istituito proprio ieri su impulso del Comune, #milanoaiutaucraina di fondazione di Comunità Milano onlus. finalizzato al sostegno di progetti di aiuto e accoglienza della popolazione ucraina promossi da organizzazioni pubbliche e del privato sociale. Nessun biglietto omaggio previsto, mentre tutti i musicisti e i lavoratori coinvolti si esibiranno gratuitamente. A chiedere pace la musica di Rossini, ispirata alla lauda di Jacopone che racconta il dolore di Maria. Una pagina scritta tra il 1831 e il 1841, proposta prima in un’esecuzione privata a Madrid, completata successivamente ed eseguita in prima assoluta nel 1842 al Théâtre Italien di Parigi e subito dopo arrivata in Italia a Bologna. L’ultima volta che lo Stabat Mater rossiniano, dove la scena del Calvario è raccontata quasi come in un melodramma, è risuonata l’ultima volta alla Scala un anno fa, diretta da Myung-Whun Chung nel teatro vuoto a causa del Covid.

Anche la Filarmonica scende in campo a favore dei profughi. Dopo la dedica alle vittime della guerra del concerto del 7 marzo diretto da Chailly (che ha preso il posto sul podio di Valery Gergiev) l’annuncio di una serata di raccolta fondi a favore dei rifugiati ucraini, voluta dalla Filarmonica per domenica 20 marzo: alle 18.30 prova aperta del concerto (in cartellone lunedì 21 alle 20) diretto da Fabio Luisi che avrà sul leggio l’Ottava di Anton Bruckner. Biglietti da 35 a 5 euro per il concerto il cui ricavato andrà all’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati: posti già in vendita sul sito aragorn.it dove si può scegliere di fare un’ulteriore donazione. Dall’inizio del conflitto sono oltre 2 milioni e 300 mila le persone che hanno lasciato l’Ucraina, più di 23 mila quelle che saranno accolte in Italia. Anche a Milano dove il sindaco Sala ha dato la disponibilità della città ad accogliere i rifigurati. Un appuntamento straordinario, quello di domenica 20 marzo con Luisi e la Filarmonica, che si inserisce nel ciclo delle Prove aperte che la Filarmonica dedica ad associazioni che operano nel campo del sociale a Milano.

Nella foto la manifestazione contro l’attacco all’Ucraina in piazza della Scala a Milano