A Novara rinasce il Premio Cantelli

Al Coccia dopo quarant’anni torna il concorso per direttori intitolato al musicista nato nel 1920 e scomparso nel 1956 La finale il 13 settembre con l’orchestra del Regio di Torino

Torna, dopo quarant’anni di assenza, il Premio internazionale di direzione d’orchestra Guido Cantelli. Torna a Novara, città dove, esattamente cento anni fa – era il 27 aprile del 1920 – era nato il direttore d’orchestra scomparso tragicamente a 36 anni nel 1956. A riproporre la storica competizione, che nel 1967 vide trionfare un giovane Riccardo Muti, il Teatro Coccia di Novara che il 13 settembre ospiterà la finale del Cantelli, concorso che nella sua veste rinnovata si rivolge in particolare ai direttori tra i 18 e i 35 anni di qualsiasi nazionalità.

Le iscrizioni, che comportano il versamento di una quota di 100 euro, sono aperte dal 1 marzo al 30 aprile tramite il sito premiocantelli.it

Qui il bando di concorso

Il Premio Cantelli, nato nel 1961 per onorare la memoria del direttore d’orchestra, ha avutoi dieci edizioni in vent’anni di storia. Tra i vincitori, oltre a Riccardo Muti – più volte il maestro, in concerto a Novara, aveva auspicato la ripresa del Premio – ci sono Eliahu Inbal nel 1963, Ádám Fischer e Lothar Zagrosek nel 1973 e Hubert Soudant nel 1975.

L’edizione 2020, la numero undici, si articolerà in tre fasi. La prima, quella delle preselezioni, avverrà sulla base dei curricula e di registrazioni video (l’esito sarà comunicato entro il 17 giugno). La fase eliminatoria, con le semifinali, si svolgerà dal 9 al 12 settembre al Teatro Regio di Torino, partner del Coccia e della città di Novara per l’edizione 2020 del premio: i direttori selezionati saranno sul podio dell’orchestra del Regio e si esibiranno davanti a una giuria presieduta da Donato Renzetti, ultimo vincitore, nel 1980, del Cantelli. La finale, poi, aperta al pubblico, il 13 settembre a Novara quando sul leggio dei finalisti ci saranno le stesse pagine dirette da Guido Cantelli nel suo ultimo concerto che tenne proprio al Coccia il 17 novembre 1956, una settimana prima della sua scomparsa, con l’orchestra del Teatro alla Scala di cui era stato nominato il giorno precedente direttore stabile: la Sinfonia n. 1 di Johannes Brahms, La Valse di Maurice Ravel e Don Juan di Richard Strauss che i direttori affronteranno sempre con l’orchestra del Regio di Torino.

Per il vincitore un premio di 12mila euro. Ci sarà poi un premio della critica di 3mila euro, un premio della città di 2mila euro e un premio giovani di mille euro assegnato dagli studenti delle scuole secondarie di Novara. Ma non solo. Vista la composizione della giuria, che accanto a direttori d’orchestra in carriera vede sovrintendenti e organizzatori teatrali, per i direttori ci sarà la possibilità di contratti nei teatri di tutto il mondo. Accanto al presidente Renzetti ci saranno Gabriel Chmura, direttore artistico dell’Opera di Poznan e primo direttore ospite della Filarmonica di Cracovia, il pianista Nazzareno Carusi, di recente entrato nel cda del Teatro alla Scala, José Luis Gómez, direttore musicale dell’Orchestra sinfonica di Tucson, Sebastian Schwarz, sovrintendente e direttore artistico del Regio di Torino, Didier de Cottignies, direttore artistico dell’Orchestra filarmonica di Monte Carlo, Christoph Becher, sovrintendente dell’Orchestra sinfonica della Radio di Vienna, Sophie de Lint, sovrintendente dell’Opera nazionale di Amsterdam, insieme ai direttori  Matteo Beltrami, Jordi Bernàcer e Antonino Fogliani, giurati delle preselezioni.

Riccardo Muti al Premio Cantelli nel 1967 (foto @Giovetti)

«Dopo più di un anno di lavoro siamo riusciti a restituire alla città un pezzo della sua storia. Il Premio Cantelli mantiene lo stesso prestigio e lo stesso impianto, ma rinasce figlio del suo tempo, di un momento storico che accoglie l’innovazione quale motore di sviluppo. Non solo competizione ma opportunità, veicolo di valori, strumento di divulgazione. Il Cantelli 2020 unisce un’intera città con le sue istituzioni per dare vita al Cantelli Off, un vero e proprio cartellone parallelo di eventi coordinati dal Comune di Novara» spiega Corinne Baroni, direttore artistico del Cantelli e direttore del Coccia.

Un evento che coinvolgerà Novara con incontri, spettacoli e con la diffusione per le vie della città delle storiche registrazioni di Guido Cantelli raccolte, per l’occasione del cenetnario della nascita del musicista, in un cofanetto pubblicato dalla Warner classics, altro partner del Premio. «Novara vuole ricordare Cantelli con una serie di appuntamenti di respiro internazionale con una particolare considerazione per i giovani direttori d’orchestra e per quegli artisti che, nella figura di Cantelli, possono trovare l’ispirazione giusta e le condizioni necessarie per percorrere una strada difficile e impegnativa, ma in grado di dare grandi soddisfazioni» spiega il sindaco della città piemontese Alessandro Canelli.

Cantelli, nato nel 1920, nel 1939 entra al Conservatorio Verdi di Milano dove studia composizione con Arrigo Pedrollo e Giorgio Federico Ghedini e direzione d’orchestra con Antonino Votto. Nel 1943, Cantelli debutta al Coccia con La traviata. Dopo la guerra, che lo vede internato, si trasferisce a Milano dove il 27 luglio del 1945 debutto con l’Orchestra del Teatro alla Scala al Castello Sforzesco per arrivare un anno dopo al Piermarini, notato da Toscanini che lo vuole sul podio della sua Nbc symphony orchestra. I debutti a con la Philharmonia orchestra di Londra, con la New York philharmonic e il 16 novembre del 1956 la nomina a direttore stabile della Scala. Il giorno dopo l’ultimo concerto a Novara,  una settimana prima della sua tragica scomparsa: il 23 novembre l’aereo che doveva portarlo a New York si schiantò subito dopo il decollo dall’aeroporto parigino di Orly.

«Per far sì che il Cantelli non sia una competizione come tutte le altre dovremo raccontare alle nuove generazioni chi è stato Cantelli, dovremo aiutarli a conoscere i candidati e i giurati, accompagnandoli giorno per giorno attraverso l’avventura del concorso. Ecco la sfida che ci attende» conclude Corinne Baroni.

Nelle foto ©Paul Wilson e @Douglas Glass Warner Classics Guido Cantelli