Un Donizetti opera sempre più pop

Presentata l’edizione 2020 del festival di Bergamo Domingo è Belisario, ricci/forte in regia per Marino Faliero Cinque titoli (due in concerto) e un omaggio a Beethoven

Diventa extralarge il Donizetti opera festival di Bergamo. L’edizione 2020 passa da tre a cinque titoli d’opera (ma due sono in forma di concerto) e mette in campo nomi che sono un sicuro richiamo per il botteghino. A iniziare dall’ennesimo Placido Domingo che debutta l’ennesimo ruolo da baritono (quello di Belisario nell’opera omonima che il 19 novembre, con la bacchetta di Riccardo Frizza, inaugura il cartellone) all’inseguimento di un record che, comunque, è solo suo. C’è poi la coppia di registi di prosa (ma anche di televisione, a breve su Rai Tre il loro Hic sunt leones) ricci/forte lanciati nella lirica da una Turandot a Macerata, consacrati dal Nabucco andato in scena all’ultimo Festival Verdi (tra le contestazioni di una parte del pubblico, messe a tacere da altri spettatori e dal successo finale dell’allestimento) e ora scritturati anche da Bergamo per Marino Faliero. E tra le voci ecco i due tenorissimi di oggi Javier Camarena (che inizia un triennio come artista residente) per il Marino Faliero  (anche qui sul podio il direttore musicale Frizza) e Xabier Anduaga che, dopo Il castello di Kenilvorth  e  Lucrezia Borgia, torna a Bergamo per il terzo anno consecutivo con La fille du régiment.

Titoli e nomi (che avevamo abbondantemente anticipato già l’indomani della chiusura dell’edizione 2019 del Donizetti opera) tutti rigorosamente di Gaetano Donizetti (o quasi) presentati dal direttore musicale Frizza e dal direttore artistico Francesco Micheli. Un’immagine sempre più pop (la locandina presenta Donizetti in versione supereroe) per il festival dedicato da Bergamo al compositore di casa. Squadra (e formula) che vince non si cambia. Anzi, si raddoppia. Ed ecco il cartellone 2020 in calendario dal 19 novembre al 6 dicembre. Dopo i restauri degli ultimi due anni, gli spettacoli tornano in scena al Teatro Donizetti che sarà riaperto a settembre (nei giorni in cui è in programma, il 5 precisamente, anche la kermesse della Donizetti night), alla vigilia del festival. Nel Belisario (l’opera del 1836 è presentata nell’edizione critica di Ottavio Sbragia) accanto a Domingo ci saranno Simon Lim, Davinia Rodriguez, Annalisa Stroppa e Celso Albelo insieme ad orchestra e coro del Regio di Torino.

Il bergamasco Corrado Rovaris sul podio e il cubano Luis Ernesto Doñas in regia  per La fille du régiment (l’opera è coprodotta dal Teatro Lírico Nacional de Cuba e dalla fondazione Arena di Verona) presentata nell’edizione critica di Claudio Toscani: accanto al Tonio di Anduaga, la Marie del giovane soprano spagnolo Sara Blanch e il Sulpice di Paolo Bordogna. Orchestra e coro del Donizetti opera anche per il Marino Faliero (l’edizione critica è di Maria Chiara Bertieri) diretto da Frizza e con la regia, che sicuramente spiazzerà il pubblico con scelte non scontate per raccontare la Venezia del Trecento dei dogi. Le voci in campo, oltre a Camarena, saranno quelle di Alex Esposito, Francesca Dotto e Bogdan Baciu.

L’orchestra Gli originali (e il coro dell’Accademia del Teatro alla Scala) diretta da Stefano Montanari per Le nozze in villa, opera che nel 2020 festeggia i duecento anni: Davide Marranchelli in regia, sul palco Fabio Capitanucci, Omar Montanari, Gaia Petrone, Edgardo Rocha, Manuela Custer. Per rendere omaggio a Ludwig van Beethoven, di cui si celebrano i 250 anni dalla nascita, versione in forma di concerto de L’amor coniugale di Giovanni Simone Mayr (maestro di Donizetti), ispirato a Léonore, ou L’amour conjugal di Jean-Nicolas Bouillyalla che servì come base anche per il libretto del Fidelio di Beethoven. Già aperte le prenotazioni.

Leggi il programma del Donizetti opera 2020

Le edizioni critiche delle partiture sul leggio, la riscoperta de Le nozze in villa, la proposta di una rarità come L’amor coniugale sono sicuramente i punti di forza dell’edizione 2020 del Donizetti opera che mette in campo una buona qualità artistica (seppur basata in alcuni casi su nomi “alla moda” nel mondo dell’opera) scommettendo anche su giovani interpreti e “rischiando” sul fronte registico – ma forse è meno pericoloso tentare una regia innovativa su titoli rari piuttosto che su capolavori nazionalpopolari. Una strada che Frizza e Micheli hanno intrapreso comunque con coraggio e che, numeri alla mano, ha dato buoni risultati: nell’ultima edizione del festival si sono superate le 10mila presenze, ottenendo un aumento del pubblico del 21% con il 53% di presenza di stranieri. Il Donizetti opera, che in Germania ha ricevuto l’Oper award come miglior festival nel 2019, ha ottenuto dallo Stato un contributo speciale annuo di un milione di euro per il triennio 2020-2022, cifra che raddoppia il precedente contributo di 500mila euro ricevuto nel 2018 e nel 2019.

Nelle foto Xabier Anduaga (@Elena Cherkashyna), Javier Camarena (@Gemma Escribano) e Placido Domingo (@Pedro Walker)

Nelle foto ricci/forte (@Angelo Cricchi), Riccardo Frizza (@Joan Tomas) e Francesco Micheli (@Gianfranco Rota)