Dopo cento anni Debussy è ancora pop

Il musicista francese di La Mere e del Pelleas moriva nel 1918  Il mondo lo celebra con concerti e un video su Claire de lune

Un video pop a misura di social. Un uomo in giacca e sneakers. Una scala squadrata, immersa nel nulla. L’impossibilità di riuscire a salirci in cima perché a ogni gradino si cade a terra, risucchiati prima e rispinti poi in alto da un tappeto elastico. Tutto in bianco e nero. In sottofondo la hit più hit della musica classica, Claire de lune di Claude Debussy. Che è il brano più ascoltato sulle piattaforme streaming. Il musicista francese moriva cento anni fa, era il 25 marzo 1918. Succedeva a Parigi. Oggi lo celebra un videoclip (sotto il link) sullo stile dei successi pop realizzato dal coreografo e danzatore Yoann Bourgeois per lanciare il “singolo” Claire de lune nell’interpretazione del pianista Alexander Tharaud. In rete da ieri per lanciare il box Claude Debussy. The complete works realizzato dalla Warner classics.

Un’idea “simbolista”, quella che diventa immagine nel videoclip, per raccontare l’esponente del simbolismo musicale che ha inventato, secondo molti, la musica moderna. Un impressionista in musica, secondo altri. Definizione che, però, lo stesso Debussy rispedì più volte al mittente. Però, inutile negarlo, ascolti la sua musica e ti immagini i dipinti di Degas o Monet. Tocchi leggeri, che suggeriscono paesaggi, che sfumano il racconto in contorni di nebbia, visioni quasi oniriche a volte al limite dell’incubo, come succede nel capolavoro di Debussy, il Pelléas et Mélisande ispirato al dramma, simbolista, di Maeterlinck. Squarci nel buio, figure tra luci e ombre che raccontano i tormenti di uomini senza tempo. Rivestiti di contorni di leggenda, ma liberi di attraversare i secoli.

Oggi tutto il mondo celebra il genio del musicista francese nato il 22 agosto 1862 a Saint Germain en Layne. I genitori ricchi diventati poveri, gli studi al Conservatoire, la vittoria nel 1884 al Prix de Rome e il soggiorno in Italia. L’interesse per i vari stili musicali dell’epoca, le influenze – esplicite o meno, dichiarate o combattute – di Wagner e Chopin, fatte proprie ed elaborate per la creazione di uno stile personale che torna nelle pagine per pianoforte e in quelle per orchestra. Uno stile dove la vera rivoluzione, come riflette Maurizio Pollini «sta nel suono, elemento attraverso il quale Debussy ha aperto nuove vie». Il pianista milanese per il centenario di Debussy ha inciso per Deutsche grammophon il Secondo libro dei Preludi «capolavoro di innovazione e straordinaria modernità». E ci ha messo accanto En blanc et noir per due pianoforti, eseguito insieme al figlio Daniele.

Più di dieci milioni le pagine che compaiono digitando su un motore di ricerca il nome di Debussy, un milione di video su YouTube il primo della classifica, un The best of Debussy, visto e ascoltato 17 milioni e mezzo di volte. L’opera completa del musicista, invece, nel cofanetto della Warner realizzato appositamente per il centenario della scomparsa del musicista con in copertinaLa grande onda di Houkusai. Trentatrè cd con titoli del catalogo Emi e di quello Warner con Marta Argerich e Lilya Zilberstein al pianoforte, il Pelleas di Armin Jordan e il Rodrigue et Chimène di Kent Nagano, La mer di Carlo Maria Gulini e le voci di Natalie Dessay e Philipphe Jaroussky per le Cantate, Roberto Alagna e la bacchetta di Mikko Frank per L’enfant prodige, scena lirica che valse a Debussy il Prix de Rome. Pagine proposte anche in diverse versioni ed esecuzioni. C’è il balletto Jeux e c’è Le martyre de saint Sebastien ispirato a Dannunzio. Incisioni storiche accanto alle quali ci sono versione delle partiture del musicista francese non ancora registrate, commissionate e realizzate appositamente per il box.

Incisione storica è anche quella dell’Opera completa per pianoforte affidata al pianista Jorg Demus, fuori mercato da tempo, ora rimasterizzata e pubblicata per l’anniversario da Musica viva: cinque cd con Images, la Suite bergamqsque, i Préludes e gli Etudes.

Concerti e maratone dedicate a Debussy si moltiplicano in tutto il mondo. Naturalmente in Francia. Ma anche in Italia. Domani a Milano maratona in vari luoghi della città con gli studenti della Civica scuola di musica, concerto dedicato alle pagine per pianoforte alla palazzina Liberty. A Roma Prospettiva Debussy con l’Accademia filarmonica romana. E poi concerti da Verona a Catania. Sempre domani alle 10 su Rai5 Pelléas et Mélisande in forma di concerto con l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Juraj Valčuha con Sandrine Piau e Guillaume Andrieux nei panni dei protagonisti. Link a podcsat tra parole e musica sul sito di Radio3Suite.

Il Festival pianistico internazionale di Brescia  e Bergamo, che si inaugura il 18 aprile, dedica a Debussy un festival nel festival con concerti al Museo diocesano di Brescia e nella sede della Provincia di Bergamo (protagonisti, tra gli altri, i pianisti Gloria Campaner, Alessandro Taverna e Andrea Bacchetti) e chiude il programma agli Arcimboldi di Milano il 10 giugno con l’Orchestra del Teatro Mariinsky diretta da Valery Gergiev impegnata nel Prélude à l’après-midi d’un faune in apertura di programma.

Articolo pubblicato su Avvenire del 24 marzo 2018